Forse il suo blog tratta di altro, ma proprio per questo motivo non ritengo giusto prendere di mira le case mobili, definendole (sue parole testuali) “famigerate”.
Rispetto sinceramente la sua comprensibile contrarietà, ma vorrei innanzitutto iniziare riportando qualche passaggio contenuto nelle mail di qualche lettore del blog.
- Buongiorno Architetto. Ho un piccolo terreno agricolo ed intenderei posare una casa in legno, dato che non è possibile costruire nulla. Secondo lei avrò problemi con l’amministrazione con una casa su ruote?
- Posseggo un lotto non edificabile in Toscana. Sto seriamente pensando ad una casa mobile, su ruote.
- Posso costruire una casa non su fondazioni (pensavo ad una base mobile) per aggirare i vincoli edilizi?
- Grazie per i preziosi consigli. Ho solo una piccola domanda. Se acquisto una casa su ruote, posso metterla in un terreno agricolo in Liguria senza rischiare denunce o commettere abusi?
- Mi hanno proposto di costruire una casa su ruote. Il terreno non è edificabile e quindi non posso richiedere alcun permesso.
Quando avrò esaurito gli argomenti sulle case in legno sarò costretto a chiudere il blog o ad occuparmi d’altro (forse delle case mobili, chissà), ma al momento il tema mi appassiona e penso meriti ampia trattazione.
Le case su ruote rispondono all’esigenza di evitare l’ancoraggio al suolo, rappresentando una soluzione ibrida che può essere tollerata qualora i controlli comunali non siano rigidi o presenti. Non ne conosco i costi e le prestazioni energetiche, mentre ribadisco che le case prefabbricate sono edifici a tutti gli effetti e si pongono come un’alternativa concreta alle abitazioni tradizionali in muratura. Necessitano sempre di permessi edilizi e vanno ancorate al suolo su fondazioni (platea o interrato).
Il buon rapporto q/p delle case in legno consente di realizzare in poco tempo a prezzo certo e bloccato edifici a bassissimo consumo in bioedilizia, con un grande comfort abitativo e senza vincoli di progettazione.